Basilica di San Giovanni a Porta Latina

Interno Basilica di San Giovanni a Porta Latina, Roma
Interno basilica di San Giovanni a Porta Latina, Roma

La basilica di San Giovanni a Porta Latina è denominata così per via della vicinanza all’omonima porta, che si apre nelle Mura Aureliane.

L’edificio, secondo la tradizione, sarebbe stato fondato da papa Gelasio I (492-496) e successivamente restaurato da papa Adriano I nell’VIII sec. Nuovi lavori avvennero nel XII sec. quando l’edificio venne riconsacrato nel 1190 da papa Celestino III. 

Durante il XVII sec. la basilica non restò immune dal Barocco, ma ha riconquistato il suo aspetto medievale attraverso il restauro del 1940-41.

 

Affreschi di fine XII sec. basilica di San Giovanni a Porta Latina, Roma
Affreschi di fine XII sec. basilica di San Giovanni a Porta Latina, Roma

Si accede attraverso un portico, l’interno è diviso in tre navate, da colonne di riuso, con tetto a capriate lignee. L’abside è illuminato da tre grandi finestroni. Durante il restauro del XX sec. è emerso lungo la navata centrale uno straordinario ciclo di affreschi datato alla fine del XII sec. I 46 episodi sono divisi in tre registri e hanno come soggetti storie tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento. Il ciclo ha un andamento anulare: la narrazione inizia dal registro più alto della parete destra, vicino all’abside, si svolge verso l’ingresso, continuando sulla controfacciata e poi sulla parete sinistra, procedendo da sinistra a destra verso l’abside. Il sistema di avvolgimento si ripete per tutti i registri. 

L’abside invece è stata decorata con affreschi realizzati su cartoni del Cavalier d’Arpino. La zona dell’altare è l’unica che conserva ancora parte del pavimento cosmatesco. 

Curiosità

Tempietto di San Giovanni in Oleo, Roma
Tempietto di San Giovanni in Oleo, Roma

Vicinissimo a Porta Latina si trova il Tempietto di San Giovanni Oleo, costruito sul luogo dove secondo la tradizione, durante il regno di Domiziano, San Giovanni subì il martirio con l’immersione in una caldaia di olio bollente da cui ne uscì illeso.

Il progetto del piccolo edificio, a forma ottagonale, è attribuito al Bramante o ad Antonio da Sangallo il Giovane. L’edificio venne restaurato da Borromini, su incarico del cardinale Francesco Paolucci, durante il pontificato di papa Alessandro VII Chigi (1655-1667) di cui compare il simbolo araldico. Borromini modificò il tetto aggiungendo una lanterna costituita da foglie a sostegno di una struttura sferica decorata con fiori, su cui si erge una croce. L’attuale lanterna è una copia, mentre l’originale si trova nel portico della Basilica di San Giovanni a Porta Latina. Ulteriori cambiamenti avvennero sul finire dell’XVII sec.  

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