La chiesa di San Giorgio al Velabro fu costruita sfruttando parte di edifici romani già esistenti, durante il pontificato di Leone II (682-683). Inizialmente era dedicata a San Sebastiano, poiché secondo la tradizione il suo corpo esanime venne gettato nella vicinissima cloaca maxima. La nuova dedica a San Giorgio si fa risalire a papa Zaccaria (741-752), che spostò la reliquia della testa del Santo dal Patriarchio Lateranense nella chiesa del Velabro. Importanti lavori avvennero sotto il pontificato di Gregorio IV (827-844) a cui sembrerebbe essere legata la maggior parte della costruzione attuale. Ulteriori modifiche si susseguirono nei secoli successivi.
La chiesa si presenta divisa in tre navate da colonne di spoglio, il soffitto è stato dipinto nel 1704 ad opera del Civalli, allievo del Baciccia.
L’altare maggiore è costituito da una lastra con motivi cosmateschi poggiante su quattro colonnine, mentre altre quattro colonne con capitelli corinzi costituiscono il ciborio del XII secolo e sorreggono la copertura a piramide tronca. Sotto l’altare, nella confessione, sono conservate la testa, la spada ed un lembo di San Giorgio.
Il catino absidale è affrescato con Cristo affiancato dalla Vergine, San Giorgio, San Pietro e San Sebastiano. L’opera è stata commissionata dal cardinale Jacopo Stefaneschi tra il 1295 e il 1302,, probabilmente a Pietro Cavallini, anche se l’attribuzione non è certa. Sempre al cardinale Stefaneschi si deve anche la costruzione del poetico, mentre il campanile romanico, che svetta sulla chiesa, è del XII secolo.
Curiosità
Nel luglio del 1993 la chiesa fu oggetto di un attentato. Il portico venne quasi totalmente distrutto dall’esplosione di un autobomba, successivamente ricostruito grazie ad un importante restauro.