Un titulus dedicato a Santa Cecilia, la giovane martire considerata la protettrice della musica, è citato già nel 499. Papa Pasquale I (817-824) decise di costruire una nuova basilica sull’edificio precedente. Secondo la legenda, subito dopo l’ultimazione dei lavori, il papa sognò la Santa, che gli indicò il luogo della sua sepoltura e lui provvide a far recuperare le sue spoglie e trasferirle nella basilica.
L’edificio era suddiviso in tre navate, da dodici colonne di spoglio, con cripta anulare e abside. Ai suoi tempi risale il mosaico absidale in cui compaiono una serie di personaggi su un letto di tessere azzurre. Al centro Cristo, affiancato a destra da San Pietro, San Valeriano e probabilmente Sant’Agata; a sinistra San Paolo, Santa Cecilia e papa Pasquale I, con il modellino della chiesa e il nimbo quadrato, ad indicare lo status di vivente. Alla base i dodici agnelli, che escono da Betlemme e Gerusalemme, rispettivamente la chiesa dei pagani e la chiesa dei giudei; al centro Cristo simboleggiato da un agnello. Chiude la decorazione l’iscrizione commemorativa.
Sul finire del XIII sec. la chiesa si arricchì del ciborio realizzato da Arnolfo di Cambio nel 1293. La struttura, sorretta da quattro colonnine, presenta agli angoli: Santa Cecilia, San Valeriano, San Tiburzio a cavallo e papa Urbano. Nella decorazione compaiono anche i simboli degli evangelisti. In concomitanza Pietro Cavallini decorava la navata centrale con un ciclo di affreschi dedicati alle storie del Vecchio e Nuovo Testamento, sormontate da nicchie con all’interno Santi. La controfacciata invece venne decorata con il Giudizio Universale, l’unica parte della decorazione ancora esistente.
Nel corso dei secoli si susseguirono diversi lavori: sul finire del XVI secolo fu cambiata la zona presbiteriale e Stefano Maderno nel 1599 realizzò la scultura di Santa Cecilia. La giovane venne scolpita come un’adolescente, con il corpo su un fianco a mostrare il collo, dove venne colpita tre volte per decapitala. Questo numero è anche ricordato dalle tre dita allungate della Santa.
Nel 1725 venne costruito il soffitto ligneo riabbassato con i coretti e nel 1823, per migliorare la staticità dell’edificio, le colonne dei tempi di Pasquale I furono inglobate nei pilastri.
Lungo la navata destra si aprono: la cappella della Crocifissione, cappella di Santa Cecilia, cappella dei Ponziani, cappella delle Reliquie e cappella di Santa Teresa.
Dalla navata sinistra, scendendo delle scale, si accede ai sotterranei, composti da molteplici ambienti fondamentali per capire la storia dell’edificio. Nel 1901 furono ultimati i lavori per la realizzazione di una cripta in onore della Santa, collocata esattamente sotto l’altare centrale.
Curiosità
Papa Pasquale I è stato un importante committente, a lui si devono anche la costruzione della basilica di Santa Prassede e della Chiesa di Santa Maria in Domnica. Infatti, in tutti e tre i mosaici absidali comprare lui come donatore, e il mosaico di Santa Prassede presenta lo stesso impianto a sette figure e lo stesso soggetto iconografico di Santa Cecilia.