La tradizione tramanda che, dove attualmente sorge la chiesa di Santa Maria della Scala, si trovasse, accanto ad una scala, un’icona della Vergine con il Bambino, a cui si attribuivano molteplici miracoli. Papa Clemente VIII decise di costruire una chiesa per custodire l’immagine e per facilitare il pellegrinaggio. I lavori iniziarono nel 1593 su progetto di Francesco Capriani da Volterra e terminarono soltanto nel 1610 ad opera di Girolamo Rainaldi.
L’interno si presenta a navata unica con tre cappelli laterali per lato. L’abside ospita le tele del Battesimo di Cristo e delle Nozze di Cana a destra, e quelle dell’Ultima Cena e dell’Ascensione di Cristo sul lato opposto; al centro dell’abside il dipinto Regina Coeli con Bambino del Cavalier d’Arpino. Il catino absidale è affrescato con un Redentore in trono con la Vergine e i santi.
Sul lato destro della navata si aprono: la Cappella di San Giovanni Battista, in cui spicca la Decollazione di San Giovanni in carcere, dell’olandese Gherardo delle Notti; Cappella di San Giacinto con la Vergine, San Giacinto e Santa Caterina da Siena di Antiveduto Gramatica; Cappella di Santa Maria, san Giuseppe e sant’Anna con la Sacra Famiglia di Giovanni Ghezzi, Sogno di Giuseppe di Giovanni Odazzi, autore anche della Gloria di San Giuseppe nella volta, mente a sinistra lo Sposalizio della Vergine di Lodovico Antonio David.
Sul lato sinistro invece si aprono: la cappella di Maria santissima del Carmine, con la pala di Cristofaro Roncalli della Vergine che porge lo scapolare a san Simone Stock e il profeta Elia; la cappella dell’Assunta con lo Sposalizio e la Natività di Maria di Giovanni Conca e la Morte della Vergine di Carlo Saraceni; Cappella del Crocifisso.
Il transetto presenta a sinistra la famosa icona della Madonna della Scala e a destra la pala d’altare con l’Estasi di Santa Teresa di Francesco Mancini.
Curiosità
Inizialmente Laerzio Cherubini commissionò a Michelangelo Merisi detto il Caravaggio la Morte della Vergine per la cappella dell’Assunta. L’opera una volta consegnata sarebbe stata rifiutata poiché non rispondeva all’iconica rappresentazione del soggetto. Nell’opera del Caravaggio mancava qualsiasi richiamo al mondo sacro, l’artista aveva messo in scena una morte reale, in un ambiente umile, unito all’aggravante che si vociferasse che si fosse ispirato ad una modella morta annegata nel Tevere. L’opera del Merisi venne successivamente acquistata da Vincenzo I Gonzaga duca di Mantova, su segnalazione di Rubens. Dopo una serie di passaggi di proprietà l’opera finì al Louvre.
In sostituzione dell’opera del Caravaggio venne commissionata una pala del medesimo soggetto a Carlo Saraceni.