Chiesa di Santa Maria della Vittoria

Santa Teresa è rappresentata nell’estasi dell’amore divino: ha un’espressione vivissima, e molto naturale. Un angelo, che ha in mano una freccia, sembra voler scoprire il suo petto per colpirla al cuore, ma la guarda con un’aria tranquilla, sorridente. Che arte divina! Quale voluttà!

Stendhal, Passeggiate romane

La chiesa di Santa Maria della Vittoria fu costruita da Carlo Maderno, tra il 1608 e il 1620, su commissione dei carmelitani. Inizialmente dedicata a San Paolo, venne consacrata con il nuovo nome, dopo la battaglia della Montagna Bianca dell’8 novembre del 1620. Secondo la tradizione la vittoria dei cattolici sui luterani, durante questo scontro, sarebbe dovuta ad un’icona miracolosa della Vergine, portata in battaglia dal cappellano carmelitano dell’esercito. L’8 maggio del 1622 l’icona fu trasportata in questa chiesa, ma fu distrutta nel corso di un incendio scoppiato nel 1833.

L’edificio, riccamente decorato con stucchi dorati, si presenta a navata unica con copertura a volta a botte, transetto e cappelle laterali. Il soffitto della navata presenta il Trionfo della Vergine Maria sulle eresie di Gian Domenico Cerrini, mentre la cupola l’ Assunzione della Vergine. 

Lungo la navata destra si aprono: la Cappella di Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Sacro, la Cappella di San Francesco d’Assisi, la pala d’altare con la Vergine che offre il Bambino a San Francesco è del Domenichino; la Cappella della Madonna del Carmine.

Lungo la navata sinistra: la Cappella della Santissima Trinità, custodisce la pala d’altare del Guercino e il Ritratto del cardinale Berlingero Gessi di Guido Reni; la Cappella di San Giovanni della Croce e la Cappella di Sant’Andrea

Nel transetto si apre la celebre Cappella Cornaro, realizzata da Gian Lorenzo Bernini, su commissione del cardinale Federico Cornaro. Al centro spicca l’estasi di Santa Tersa d’Avila, a cui assistono diversi personaggi, legati alla famiglia del committente, da i due coretti laterali. Un capolavoro barocco nato dalla commistione tra scultura, architettura e scenografia teatrale.

Esattamente di fronte all’opera del Bernini, la Cappella di San Giuseppe con il Sogno di San Giuseppe di Domenico Guidi, d’ispirazione berniniana. 

Curiosità

Ermafrodito, II sec. d.C., Museo del Louvre
Ermafrodito, II sec. d.C., Museo del Louvre

Il cardinale Scipione Borghese è passato alla storia per essere stato un appassionato e spregiudicato collezionista. Si propose di finanziare la costruzione della facciata della chiesa, realizzata da Giovan Battista Soria, in cambio della scultura antica dell’Ermafrodito, trovata durante i lavori di scavo per costruire l’edificio. Il Bernini restaurò l’opera con l’aggiunta dello straordinario materasso. La scultura finì quindi nella collezione privata del cardinale, per poi giungere al Louvre, dopo una vendita forzata imposta ai Borghese. 

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