La basilica di Santa Pudenziana sorge sui resti di costruzioni romane, per l’esattezza due domus, una di età repubblicana (II sec. a.C.) l’altra imperiale (I-II sec. d.C.), che coinciderebbe con il Titulus Pudentis. Pudente proveniva dalla potente famiglia degli Acilii, era il padre di Pudenziana e Prassede, ma è conosciuto soprattutto per aver dato ospitalità a San Pietro e San Paolo.
La struttura della chiesa risale al pontificato di papa Siricio (384-399) e in origine era divisa in tre navate con tetto a capriate lignee. Durante i lavori del XVI sec, l’edificio andò in contro a sostanziali cambiamenti, infatti le navatelle furono trasformate in cappelle, fu innalzata una cupola ellittica sopra l’alare e fu costruito un tetto a volte.
La basilica custodisce al suo interno un vero capolavoro: il mosaico absidale, il più antico sopravvissuto a Roma, datato tra il 410 e il 417. L’opera è stata realizzata durante il pontificato di papa Innocenzo I (401-417), subito dopo il sacco di Alarico. del 410. Nel mosaico, Cristo siede in trono al centro della composizione, affiancato dagli apostoli. Alle spalle di questi ultimi si ergono due figure femminili, sorreggenti delle corone, comunemente identificate come la Chiesa dei Giudei e la Chiesa dei Gentili. Fanno da sfondo molteplici strutture architettoniche, sulle quali spicca una croce gemmata. In uno straordinario cielo azzurro con nuvole compaiono per la prima volta i quattro simboli degli evangelisti. Quale fosse il messaggio che si volesse trasmettere, non è dato saperlo con certezza, probabilmente è legato alla parusia, ossia il ritorno di Cristo alla fine dei tempi.