La costruzione della chiesa di Sant’Andrea della Valle si deve al finanziamento del cardinale Alessandro Peretti di Montalto, nipote di papa Sisto V. I lavori si protrassero dal 1590 al 1650, vedendo all’opera diversi architetti: Giacomo Della Porta, Francesco Grimaldi e Carlo Maderno. Carlo Rainaldi realizzò la facciata, finanziata dal cardinale Francesco Peretti di Montalto, nipote di Alessandro,
La chiesa, di grandi dimensioni, si presenta a navata unica, con copertura a volta a botte affrescata, con transetto poco pronunciato, su cui si innesta la cupola di Carlo Rainaldi, e otto cappelle, che si aprono lungo il perimetro.
La decorazione dell’edificio fu affidata ad importanti artisti, infatti, la volta a botte della navata fu iniziata dal Gaulli, ma ultimata dolo nel XX sec.; nel coro furono dipinte le storie di Sant’Andrea dal Domenichino, che realizza anche i Quattro Evangelisti nei pennacchi della cupola; quest’ultima fu affrescata da Giovanni Lanfranco, tra il 1625 ed il 1628, rappresentando la Gloria del Paradiso in una superficie di 622 mq; mentre nel presbiterio i tre grandi affreschi con il martirio del santo furono realizzati da Mattia Preti.
Partendo dal lato destro della navata troviamo: la cappella Ginetti, la cappella Strozzi, la cappella di Nostra Signora, cappella del Santissimo Crocifisso, cappella della Madonna, cappella di San Sebastiano, la pala d’altare dedicata al titolare della cappella è di Giovanni De Vecchi; cappella Rucellai e cappella Barberini. Quest’ultima è nota perché ospita le sculture del San Giovanni Battista di Pietro Bernini e la Santa Marta di Francesco Mochi.
La chiesa custodisce anche i monumenti funebri di papa Pio II e papa Pio III.
Curiosità
Diverse sono le curiosità riguardanti questa chiesa, innanzitutto la cupola, realizzata da Carlo Maderno è la seconda più alta di Roma, dopo quella della basilica di San Pietro.
La decorazione della cupola e dei pennacchi vide all’opera Lanfranco e il Domenichino. Tra i due artisti, entrambi appartenenti alla Scuola dei Carracci, c’era forte competizione, tanto che il Domenichino accusò Lanfranco di averlo spinto da un’impalcatura, dopodiché fuggì a Napoli.
La cappella Barberini, oltre a custodire importanti opere, è stata scelta da Puccini per ambientare la Tosca, per via della sontuosità della cappella.
Sul secondo ordine della facciata, a sinistra, spicca un angelo realizzato da Ercole Ferrata. Si racconta che inizialmente ne era previsto un altro per il lato destro, ma quando l’artista consegnò il primo angelo dovette sentire molte critiche che non gradì. Tra queste anche quelle di papa Alessandro VII Chigi, a cui Ferrata rispose: “Se vuole l’altro angelo, se lo faccia da solo!”.