Quando viene pronunciato il nome di Attila, la prima cosa che ci sembra di sentire è la voce di Diego Abatantuono, nel celebre film del 1982: “Attila flagello di Dio“. Un personaggio storico molto importante, in quanto re degli Unni e valoroso guerriero, ma soprattutto importante per Roma, per essersi reso protagonista della decisione di non invaderla nel 452.
Secondo la tradizione, mentre Attila stava avanzando verso il centro Italia, incontrò papa Leone Magno presso il Mincio, non lontano da Mantova. Il papa lo avrebbe convinto a non mettere a sacco la città, grazie anche alla miracolosa comparsa dei santi Pietro e Paolo, protettori di Roma. Questo evento è diventato il protagonista di diverse opere famose, basti pensare alla stanza di Eliodoro, dipinta da Raffaello e la sua bottega nelle stanze vaticane.
Nell’affresco, Leone Magno, con la sua delegazione, va incontro ad Attila. La scena non viene ambientata vicino a Mantova, ma a Roma, infatti è ben riconoscibile il Colosseo sullo sfondo. I santi Pietro e Paolo, armati di spade, sono pronti a proteggere la città. La contrapposizione tra bene e male è evidente: nella scelta dei colori dei cavalli, bianco per il papa, nero per Attila; nella calma della delegazione papale e nell’impetuosità dell’esercito Unno; nel cielo sereno dal lato del papa e nel paesaggio distrutto alle spalle di Attila.
Papa Leone X Medici presta il volto a papa Leone Magno, in quanto l’affresco venne realizzato durante il suo pontificato.