Considerando la sua fama, riconosciuta già in vita dalle innumerevoli commissioni, si potrebbe pensare che avesse al seguito degli allievi a cui insegnare l’arte della pittura, ma non è così. Il suo stile ha valicato l’Italia attraverso molti artisti stranieri che, giungendo a Roma, studiarono le sue opere e ne assorbirono la lezione. Tra questi artisti ricordiamo Valentin de Boulogne. Nato il 3 gennaio 1591 in Francia, giunse a Roma nel 1612, due anni dopo la scomparsa di Caravaggio, ma questo non gli impedì di studiarne le opere.
Filippo Baldinucci scriverà di lui: “Valentino nativo di Birè non lungi da Parigi, imitò molto il Caravaggio, al quale fu similissimo nel genio di rappresentare nelle sue tele suoni, giuochi, zingane, e simili, e nel tempo di Urbano VIII dipinse per la vaticana basilica una delle minori tavole, che fu quella del martirio de’ santi Processo e Martiniano“. Dalle parole del Baldinucci e ovviamente dalle opere che ci sono giunte dell’artisita, si comprende che l’influenza non fu solo stilistica, ma anche nella scelta dei soggetti tratti dalla vita quotidiana e dai luoghi frequentati dal francese, tra cui le locande, molto amate anche da Caravaggio. I Barberini non solo commissionarono a Valentin la tela citata da Baldinucci per la basilica di San Pietro, ma anche l’Allegoria d’Italia, attualmente conservata a Villa Lante a Roma.