A Bologna l’8 gennaio del 1638 nasceva una straordinaria pittrice Elisabetta Sirani. Figlia di Giovanni Andrea Sirani, assistente di Guido Reni, Elisabetta cresce e si forma nella bottega paterna dove mostra un precoce talento.
Diventa presto nota per rappresentazioni di carattere sacro e ritratti di eroine e per il suo stile pittorico espressivo e veloce, con pennellate ampie e un impasto fluido (secondo le modalità suggerite dalla “sprezzatura”) abbinato a un intenso e raffinato senso del colore e del chiaroscuro.
Era solita dipingere con la presenza di curiosi per dimostrare che fosse effettivamente lei la creatrice delle opere. La Bologna del Seicento non era abituata a donne imprenditrici, perché di questo si parla, di una giovane donna che aprì una scuola femminile di pittura, l’Accademia del Disegno, frequentata da giovani desiderose di imparare, tra cui le sue sorelle. Aveva un buon numero di apprendiste, così come di assistenti uomini, una volta finiti gli studi, tutte le studentesse proseguivano la pratica artistica a livello professionale. Fu merito dunque dei suoi sforzi pionieristici e della accademia femminile da lei voluta, se la seconda metà del Seicento bolognese divenne uno dei periodi più fertili della storia dell’arte femminile.
Elisabetta non si sposò mai, rimase un’artista lavoratrice nubile e per questo divenne una figura particolarmente importante per la professionalizzazione della pratica artistica femminile in Italia all’inizio della storia moderna.
Un’artista molto proficua, che purtroppo morì a soli ventisette anni per un attacco di peritonite.