Tuttavia la fontana di San Pietro in Montorio mi ha fatto ancora più piacere e non minore sorpresa: è un arco di trionfo a cinque porte su, al Gianicolo; tre grandi e due piccole; ma in luogo delle porte si hanno delle cascate d’acqua, che ne chiudono il vuoto cadendo in un vasto bacino. Mentre voi godete di quello spettacolo sì nuovo e sì gradevole, volgetevi indietro al momento in cui il sole declinante sull’orizzonte illumina le cime, e ammirate quel meraviglioso insieme di cupole, di campanili dorati, di comignoli, di chiese, di palazzi, di alberi verdi, di acque zampillanti.
Charles De Brosses, Viaggio in Italia. Lettere familiari
La Fontana dell’Acqua Paola venne commissionata da papa Paolo V Borghese in occasione della fine dei lavori di ristrutturazione dell’Acquedotto di Traiano. L’incarico venne affidato a Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio, che terminarono i lavori in due anni, 1610-1612.
La struttura è costituita da cinque nicchie, le tre centrali più ampie, scandite da sei colonne, le quattro in granito rosso provengono dalla basilica costantiniana di San Pietro. Le colonne sono sormontate da una grande iscrizione in cui è presente un errore, infatti cita l’acqua alsietina e non quella traianea.
In origine la fontana aveva un aspetto diverso, infatti presentava cinque bocchettoni, che scaricavano l’acqua in altrettante vaschette e non una grande vasca unica, inoltre non esisteva neanche l’antistante piazza. Fu papa Alessandro VIII Ottoboni nel 1690 a far costruire l’attuale piazzale e a far aggiungere l’ampia e magnifica vasca di marmo bianco, realizzata da Carlo Fontana. Nel 1698 Innocenzo XII fece recingere la fontana con l’attuale balaustrata di colonnine, unite con sbarre di ferro, per evitare che i carrettieri vi abbeverassero i cavalli.
La fontana è comunemente chiamata “il fontanone” ed è citata da Antonello Venditti in “Roma Capoccia“.