Piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro. / S’apriranno le strade / sul colle di pini e di pietra. / Il tumulto delle strade / non muterà quell’aria ferma. / I fiori spruzzati / di colori alle fontane / occhieggeranno come donne / divertite. Le scale / le terrazze le rondini / canteranno nel sole. / S’aprirà quella strada, / le pietre canteranno, / il cuore batterà sussultando / come l’acqua nelle fontane / sarà questa la voce / che salirà le tue scale. / Le finestre sapranno / l’odore della pietra e dell’aria / mattutina. S’aprirà una porta. / Il tumulto delle strade / sarà il tumulto del cuore / nella luce smarrita. / Sarai tu ‒ ferma e chiara.

Cesare Pavese, Passerò per Piazza di Spagna

 

Il nome piazza di Spagna deriva dalla presenza dell’Ambasciata di Spagna ed è una delle piazze più famose della città.

Nel 1626 Pietro Bernini ricevette l’incarico da papa Urbano VIII Barberini di costruire una fontana che, a causa della poca pressione dell’acqua non sarebbe potuta essere sopraelevata come le altre fontane della città, e quindi l’artista optò per realizzarla un po’ al di sotto del piano stradale.

La scelta di una barca sembrerebbe derivare dalla presenza in loco di una barca trasportata lì dall’acqua del Tevere dopo una sua esondazione. La fontana per via proprio della sua forma è chiamata comunemente dai romani “la barcaccia”.

L’artista realizzò una vasca ovale in cui posizionò la barca, che presenta al centro una piccola vaschetta ovale sopraelevata da cui zampilla dell’acqua, a poppa e a prua sono scolpiti dei soli e la tiara con le api. Queste ultime sono il simbolo araldico della famiglia Barberini.

Ai tempi della costruzione della fontana esisteva già la chiesa di Trinità dei Monti, la cui  costruzione iniziò per volere di Luigi XII di Francia nel 1502, in stile gotico con pietre provenienti dalla città francese di Narbonne, ma non esisteva la celebre scalinata. Quest’ultima fu costruita tra il 1723 e il 1726 su progetto dell’architetto romano Francesco De Sanctis, che vinse il concorso indetto da papa Clemente XI nel 1717, ma i lavori iniziarono solo con papa Innocenzo XIII.

La scalinata è composta da 135 scalini, raccordando la piazza con il Pincio, seguendo il dislivello in maniera sinuosa. I simboli che compaiono sui cippi all’inizio della scalinata: l’aquila e il giglio, simboleggiano rispettivamente il casato dei Conti, di cui faceva parte papa Innocenzo III, e la Francia.

La poesia “Passerò per piazza di Spagana” di Cesare Pavese è riportata su una targa vicino alla Sala da tè Babington’s.

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